Il Progetto A.P.E. nasce dalla collaborazione tra il Circolo Legambiente di Campobasso e la Cooperativa Sociale “Dialogo”, ente che gestisce la Comunità di Riabilitazione Psicosociale (C.R.P.) di Campolieto, piccolo paese in provincia di Campobasso. A.P.E. si pone come obiettivo principale quello di permettere il miglioramento della qualità della vita di alcuni degli utenti residenti nella C.R.P., ed in carico al centro di salute mentale di Campobasso, andandosi ad innestare nel filone dell’agricoltura cosiddetta sociale, attività che impiega le risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio esclusione sociale.
In particolare per mezzo dell’apicoltura, si vuole promuovere il benessere dei giovani con disabilità psichica aiutandoli a recuperare la loro identità partecipativa e offrendo loro una opportunità per migliorare la propria prospettiva di vita andando a soddisfare uno dei bisogni primari che viene avvertito dagli stessi: quello di trovare un’occupazione.
Purtroppo lo stigma, ossia la perdita di valore sociale di alcune categorie di persone in tutti i settori dove l’uomo sano è privilegiato, che spesso accompagna il disabile mentale funge da “deterrente” alla possibilità di trovare un lavoro.
Altro obiettivo di A.P.E., ma non di secondaria importanza rispetto a quelli finora elencati, è quello di creare una nuova coscienza sull’importanza del ruolo rivestito dalle api sul pianeta. Si stima che esse siano responsabili di circa il 70 per cento della impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale di cibo. Senza l’impollinazione effettuata dagli insetti, circa un terzo delle colture a scopo alimentare dovrebbe essere impollinato con altri mezzi, oppure si avrebbe una produzione di cibo significativamente inferiore (Kremen et al. 2007). Purtroppo, a causa dell’uso in agricoltura di alcuni pesticidi, gli apicoltori stanno vedendo ridursi i loro allevamenti e di per sé le produzioni di mieli e derivati. Meno api vuol dire meno garanzia di biodiversità con effetti funesti quali l’impoverimento botanico.